mercoledì 5 agosto 2015

Che te ne fai di un'idea in un presente ipertrofico?
Puoi solo fare in modo che precipiti in un buco nero,
insieme a tante, futili/inutili/indifferenti, altre,
sperando che la gravità la faccia implodere
e la restituisca, indistinta, come "marmellata",
buona, tutT'al più, da spalmare
sul pane della matematica combinatoria.
perchè guastarsi nella ricerca ... meglio giocare a meno impegnativi giochi. basta un numero sufficientemente ampio di proposizioni -sterili, incapaci di trasmutarsi in carne e sangue-, segmenti di idee, per produrne di sempre nuove, ibride, geneticamente modificate, mutanti, forse, cancerogene, ma sempre inusuali, sorprendenti, eclatanti, patinate, luccicanti tramite permutazione, combinazione, disposizione, crossover... in un caleidoscopico gioco passatempo in attesa di qualche omologante cambiamento apparente -quel tanto che basta per rompere la noia. E' cosi che si impara a galleggiare come stronzi nella, ormai, onnipotente "potenza formale del confine". Inutili fottuti imbecilli, a cui hanno reciso il labile legame con se stessi, incapaci di produrre alcunchè, conigli tremanti in posizione fetale, incapaci di muoversi abbagliati da un auto in corsa che li sta travolgendo.
E' tutto perduto ed è bastato alzare di qualche tacca il livello di complessità.
Resta solo una consolazione. Questo livello di "complessità" è ingestibile per tutti. 
Non resta che rimanere in attesa, come muti osservatori incapaci di produrre la benchè minima variazione desiderata, completamente in balia "dell'orizzonte degli eventi".