lunedì 28 gennaio 2013

I have a dream!!!
"fascismo significa non dover mai dire mi dispiace"

Io continuo a ritenere, nonostante il "dialogo" tra Grillo e casapound, l'M5S l'unica genuina opposizione a quell'insieme di meccanismi E STRUTTURE che ci stanno lentamente strangolando secondo quel meccanismo che prende il nome di garrota,
pertanto continuo a sostenere il M5S.
A prescindere da "improbabili" dialoghi tra Grillo e "fascisti" di più o meno terzo millennio, sembra esserci un abisso tra queste due realtà. Il M5S ha tra i suoi obiettivi principali la democrazia diretta o diffusa che dir si voglia, che non può essere in alcun modo assimilabile con il fascismo. Il progetto fascista, immediatamente fallito, appena nato, con i patti lateranensi,  ha come obiettivo inglobare, la società civile nello stato, sostituire ciò che è lecito con ciò che è legittimo e dunque teorizza una società autoritaria che si pone esattamente all'opposto del concetto di democrazia diretta, che invece ha come obiettivo,  "disciogliere" lo stato nella società civile. 
Detto ciò sembrerebbe più utile, invece di discutere e misurare con il centimetro la vicinanza del M5S ai fascisti di casapound, ennesimo, ghiotto, specchietto per le allodole per gonzi, affrontare il problema dell'economia. Questo sembra l'argomento in grado di far fare al M5S un salto di qualità capace di porlo in grado di prevalere su quell'idra che oggi è il sistema dei partiti.
Vincere le elezioni si può.
Vale la pena riflettere sul fatto che esiste la possibilità di arrivare a superare nella competizione elettorale, tutti gli attuali partiti e addirittura arrivare a superare la soglia del fatidico 50%.  Attualmente, a parte i cerebrolesi e il PD, vi è una enorme zona grigia, nell'elettorato italiano, caratterizzata da indecisione. Indecisione che ha radici nella consapevolezza diffusa in tutta la popolazione italiana, che l'attuale crisi economica è estremamente grave ed al di là dall'essere risolta in tempi brevi (uno o due anni).
Sembrerebbe utile per il paese affrontare e proporre uno sbocco alla stagnazione economica attuale. Spostare il dibattito sull'economia, prospettando misure di politica economica che:
rimettano in gioco la nuova divisione del lavoro internazionale, ormai accettata da tutti i partiti politici italiani e che vede l'Italia pesantemente penalizzata, nell'area europea e, dunque, nel mondo, a tutto vantaggio dei tedeschi;
puntino ad una economia pienemente sostenibile con l'ambiente che tenga conto, in particolare, della raccolta differenziata, dello sviluppo delle energie alternative (eolico, fotovoltaico ecc), della riconversione dal modello basato sul petrolio ad uno basato sulla canapa indiana;
tutelino i beni che non possono essere "monetizzati o profittizzati", come acqua, cibo, banche...;
propongano modelli di crescita economica capaci di aggirare i controlli presenti a livello internazionale tramite la creazione di centri motore di sviluppo radicati territorialmente da affiancare alle strutture politiche, capaci di riprodurre le esperienze dei "distretti industriali" che si sono sviluppati in Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria e Marche.