mercoledì 5 settembre 2012

Nostalgia.
m.l., che si è persa in una montagna di ...  carta.
Ho conosciuto m.l., una specie di gnomo.
Poi casualmente ho letto le sue memorie. In quelle pagine, che dovrebbero essere, per lei, di importanza capitale, ci sono soltanto piccole, stupide esperienze quotidiane. Un tempo era stata comunista, ma oggi non lo capisce più. le cose più significative, le uniche che riesce a dire... riguardano la didattica. Un salto nel passato che prevede impegno, duro studio, duro lavoro. Del passato, che è passato, si è persa traccia e oggi sta o dovrebbe stare perfettamente a suo agio -ammesso che si possa stare a proprio agio in un partito simile- nel p.d. Non la sfiora minimamente il dubbio, almeno il dubbio, che quel che dice è vecchio e decrepito. Parla di amene sciocchezze e lo fa ricordando un periodo particolarmente denso di speranze, illusioni, sogni... forse. Nonostante ciò sento una attrazione fatale verso quel passato. Mi parla di tempi meravigliosi in cui, anche se solo per un istante la gloria di un sogno, aveva spazzato via tonnellate di grigiore che normalmente si accumulano nella vita di uno stronzo mediamente appartenente al ceto medio. È odio di classe? Orecchini? Leggo i suoi aneddoti ed esperienze neanche particolarmente significativi, ma quel che dice mi coinvolge intimamente. È il cosiddetto effetto Blob? non so... blob significa mettere insieme cose, sovraeccitare e stimolare oltre la soglia -sovraesporre- del lecito i recettori senso/motori dei neuroni che provocano overflow di sensazioni che consentono di riaprire una psico-immaginaria porta su fatti e cose importanti in una specie di effetto riverbero. Il fatto stesso che riferisca di persone comuni permette l'evocazione di un meccanismo di complicità e stimolo che la macchina crea-connessioni collega a sensazioni di dolce nostalgia. Basta un calendario svestito, una persona particolarmente antipatica... no, non antipatica, ma sicuramente indigesta, con un Ph particolarmente alto, una incapace di mettere a proprio agio i suoi interlocutori, una che riusciva a disciogliere partner e pene nell'atto d'"amore" e a farne esperti di marketing asessuati per campagne pubblicitarie di politici acclarati. Oppure uno, tale p. che quando camminava faceva venire in mente braccio di ferro, oppure quell'altro con la faccia lasciva da porco fottuto, quello che comunque ti trattava male quando andavi per fare fotocopie. Ecco, tutto questo mare di merda ti colpisce appena un po' sotto la tua personale soglia percettiva... e ti stende come un pugile scorretto. Ti senti invaso da una marea dolce senza nessun particolare motivo. Questo è il particolare modo di rievocare il passato, non con discussioni serie o seriose e importanti sui destini del mondo, ma su una stronza discussione circa il modo di farsi cicatrici. Non è neanche questo. Esiste un luogo fuori dello spazio e del tempo dove convivono simultaneamente immagini significative ritagliate in diversi istanti dello spazio tempo, un tutto integrato interno a quello che molti, sopravalutandolo, chiamano organo pensante. Elaborare simultaneamente connessioni, correlazioni e... restituire un tutto omnicomprensivo di quel che hai introdotto come parziale, fratto e rifratto. Non solo quando sei in galera, ma anche quando sei lontano da un qualsiasi vissuto di merda ti chiedi, al ritorno, "chi andrai a trovare per primo, ma poi le facce delle persone che conoscevi sono diverse da come le ricordavi e vorresti trovarne qualcuna che è rimasta uguale".
Come codificare questa congerie di oggetti gommosi e immateriali, che come la celluloide, deperiscono abbastanza rapidamente trasformandosi in ammassi colloidi in cui si perdono i sorrisi e i colori? La velocità del presente ti fotte senza possibilità di appello. Rimanere "fuori dal gioco", assente, 5 anni ti fa sentire un sopravvissuto, perchè tutto è cambiato, anzi si è trasformato al punto che non lo riconosci più. Quando torni ti ritrovi in un mondo alieno, ed invece avresti bisogno di tornare a casa -"la casa è quel luogo dove ti devono accogliere"-, in un contesto immutabile ed eterno in cui poterti inserire e dire... io sono.
Qualcuno dice: "ho perso un sacco di tempo e vorrei poterlo recuperare". Dovrebbe invece augurarsi di continuare a perderlo... il tempo.  È inevitabile allora che qualcuno si smarrisca. Io se potessi tornare indietro saprei, finalmente, cosa fare, ma non sarebbe sufficiente. Comunque da quel che io posso vedere, da così lontano, m.l. è una che ha smarrito la sua personalissima bussola. Da quel che scrive traspare, se ne sente l'odore, l'orientamento epidermico, una grande voglia di poter tornare ad essere una militante del p.c.i., magari migliore e meno meschina, ma questa voglia la nasconde persino a se stessa.