domenica 2 settembre 2012

 Ipotesi di lavoro
Il partito concepito da Lenin è stato uno strumento di divisione e di accumulazione di privilegi. Non poteva essere altrimenti. Scontava la distanza abissale tra le aspettative e quel che effettivamente riusciva a mettere in campo. Il partito leninista incubava al suo interno disuguaglianze che alla fine lo avrebbero distrutto. Nelle intenzioni doveva riassumere in se istanze di cambiamento, di fatto non riusciva nemmeno a organizzare, in maniera efficiente, la produzione di "ricchezza".  Si limitava ad organizzare e redistribuire "risorse scarse" che non riusciva a far crescere in maniera adeguata. L'esperienza della rivoluzione russa si è risolta nella pratica del "comunismo di guerra", in grado di amministrare, in maniera, a dire il vero, piuttosto efficiente, "risorse scarse", ma non è mai riuscita (nonostante numerosi tentativi, che si sono conclusi inevitabilmente in un bagno di sangue, che riuscivano solo a convertirsi con una velocità pari a quella della luce e altrettanto inevitabilmente in capitalismo o, almeno, in "aspirazione" al capitalismo) a gestire e a produrre "ricchezza". È su questo terreno che quel progetto è stato sconfitto. È crollato di fronte all'incapacità, nonostante avesse a ivilegi. Non poteva essere altrimenti. Scontava la distanza abissale tra le aspettative e quel che effettivamente riusciva a mettere in campo. Il partito leninista incubava al suo interno disuguaglianze che alla fine lo avrebbero distrutto. Nelle intenzioni doveva riassumere in se istanze di cambiamento, di fatto non riusciva nemmeno a organizzare, in maniera efficiente, la produzione di "ricchezza".  Si limitava ad organizzare e redistribuire "risorse scarse" che non riusciva a far crescere in maniera adeguata. L'esperienza della rivoluzione russa si è risolta nella pratica del "comunismo di guerra", in grado di amministrare, in maniera, a dire il vero, piuttosto effidisposizione tecnologia adeguata e risorse enormi, di progettare un sistema che fosse allo stesso tempo egualitario e capace di gestire livelli di produzione e ricchezza via via crescenti. Quando venivano lanciate istanze economiche capaci di creare ricchezza queste, immediatamente, appena cominciavano a svilupparsi, ricadevano nel capitalismo. Da qui la necessità di procedere, ogni volta, ad un "azzeramento" di quanto era stato fin li costruito. 
Cause
Sono direttamente nel cuore della costruzione leninista. Un partito capace di cogliere enormi successi sul piano politico; un nano incapace di produrre il benchè minimo progresso sulla strada del comunismo, cioè della trasformazione dei rapporti di produzione. Tant'è che è crollato senza lasciare alcuna "traccia" del suo passaggio -Ed è questa la risultante di quanto la messa in campo di istanze diverse che si pongono l'obiettivo di "modificare" un dato sistema economico è capace di imprimersi nella "storia". Semplicemente la struttura economica e le "patetiche masse" di quei paesi non sembrano essere in alcun modo state influenzate da questo fenomeno e sono ripartite esattamente da dove erano prima della rivoluzione. Un po' quel che è successo con il fascismo in Italia che aveva inquadrato sotto di se milioni di persone, gli aveva fatto indossare la divisa fascista, ma una volta tolta quella divisa tornarono ad essere quelli che erano 50, 100 anni prima, come faceva notare Pasolini. In sostanza il primo tentativo comunista di rovesciare il capitalismo, sempre per dirla con Pasolini, non ha minimamente toccato la "struttura" economico-sociale e, dunque, nemmeno l'"anima" dei singoli individui, pur avendoli brutalmente repressi o, in alternativa, irregimentati in un totalizzante regime. Perchè è accaduto tutto ciò? Sempre Pasolini ne da una spiegazione indiretta analizzando quanto forte è stato l'impatto del "consumismo" -istanza economica anzichè politica-, sulla "struttura" e, in conseguenza, nell'"animo" umano. Pasolini addirittura arriva a parlare di "genocidio" culturale. Eppure il "consumismo" non ha, almeno apparentemente, usato violenza, non ha massacrato nessuno, almeno fisicamente -si potrebbe parlare delle devastazioni "intime", dello scempio che il potere ha operato sulla "psiche" umana, che il "consumismo" ha portato con se, di quelle devastazioni che, come i pestaggi ben organizzati, non lasciano segni all'esterno, ma "sono capaci di svuotare il "contenuto" dei poveri corpi umani -del resto la coscienza non è un optional?-, di ridurli a meri involucri, però, fisicamente conservati in maniera eccellente. Ed è proprio questo che, in ultima analisi ha mandato in frantumi le società "socialiste". È stato lo "sbrilluccichio" e l'enorme congerie di merci che il consumismo ha prodotto (ed è potenzialmente in grado di produrre anche a scapito dell'integrità ambientale e anche se, alla lunga, produrrà catastrofi per tutte le forme di vita. Dato che il consumismo ha modificato la struttura e, dunque, l'animo delle persone, è un elemento che è entrato indelebilmente a far parte della nostra vita e di cui non si può, ne si potrà in futuro, fare a meno di tenerne conto e con cui fare i conti) che ha definitivamente infranto il loro precario equilibrio. Questo, però, sarebbe un altro discorso. Quel che è utile osservare è che agendo sulla "leva economica" il risultato che si è ottenuto è un insieme di trasformazioni, tutto sommato accettate consensualmente, che arrivano perfino a influenzare pesantemente la micro-struttura individuale e li si installano permanentemente, che presentano una enorme stabilità e che entrano a far parte integrante della struttura fisica e psichica degli individui in maniera indelebile, cioè in maniera che non è più cancellabile, dalla quale non si può più prescindere. Il "consumismo" è stato capace di modificare, per così dire, in maniera "indolore" non solo la struttura economica, ma anche gli individui. Si direbbe che il "cambiamento" economico/sociale abbia una direzione e un verso, come l'acqua per la fisica. Ma allora perchè non provare ad usare istanze economiche capaci di veicolare il "cambiamento", l'avvento di questa a lungo disperatamente ricercata, desiderata, agognata, sognata età del comunismo.