lunedì 13 febbraio 2012

La dieta dell'acqua
La conoscenza è una iattura, perchè, come per le armi e la religione, una volta che c'è, si trova sempre qualche cretino che la usa.

Accanto alla dieta del "fantino", a quella "dissociata", che ha anche notevole affinità con il modo di porsi entro la società, la dieta a "zona" e quella a "uomo", c'è quella dell'acqua. È la più semplice. Cerca di sostituire un bisogno con un altro distraendo il vecchio rugginoso tempo necessario ad esaurire l'impulso inviato dal centro della fame. Ogni volta che arriva l'impulso della fame, si fa la doccia. Si ottiene un duplice risultato. Si dimagrisce; si viene più facilmente accettati perchè si ha sempre un odore gradevole, capelli puliti, pelle liscia...
Essere accettati e anche corteggiati, poi, ha un effetto di ritorno sulla dieta. più si è accettati ed "inseriti", meno si ha effetto "sostituzione" e meno si "scarica" sul cibo, in quanto vengono a mancare le ragioni che portano a sfogare le "frustrazioni" sulle cose mangerecce.
Controindicazioni.
L'effetto sostituzione è transitorio; tanto più si procede con la "dieta dell'acqua" tanto più aumentano le "occasioni" in cui il centro della fame invia i segnali al cervello e tanto più si ricorre alla doccia. Si arriva, dopo un pò a rimanere in "acqua" la maggior parte della giornata. Diminuiscono le occasioni di vita sociale e diminuisce il tempo che si può dedicare al lavoro. Si riducono allora anche le gratificazioni dovute ai buoni risultati nell'attività professionale e anche le occasioni di attività "sociale" e diminuisce anche la probabilità di "spaccare cuori". Aumenta, per questa via, il "bisogno di cibo" e con esso le docce, fino al punto in cui iniziano a cadere i capelli e la pelle comincia ad assomigliare alla "pancia di un pesce morto". È  questo uno dei momenti più delicati ed è questo uno dei momenti in cui più forte è l'impulso di abbandonare la dieta. È  qui che, ricorrendo, se necessario al supporto psico-logico, bisogna puntare i "piedi". Infatti i piedi vanno puntati nell'acqua. Ogni tre volte che arriva l'impulso dal centro della fame bisogna fare un pediluvio. Si riduce così di 1/3 il numero delle docce quotidiane. A lungo andare però, aumentando il numero dei pediluvi i piedi si "squamano" e iniziano a "scivolare nelle scarpe". Anche qui, l'impulso ad abbandonare si fa forte e spesso le ricadute sono frequenti, anche se, nella maggior parte dei casi, temporanee. Il "cappio" e la prova "vestiti" riconducono a più miti "consigli".
L'importante, dopo un cedimento, è riprendere dal punto in cui si era interrotto. Per limitare l'azione di "desquamazione" e del "piede sdrucciolo" si può in 1/3 dei pediluvi aggiungere "bicarbonato di sodio", che essendo basico, contrasta efficacemente la desquamazione e rende il "piede più asciutto".
Dopo un certo periodo si può notare l'insorgere del fenomeno del "distacco" a blocchi della pelle della pianta del piede.
Dai piedi iniziano a staccarsi segmenti consistenti di pelle, secondo la teoria della "tettonica a zolle", anche in questo caso, il segreto del successo è "non desistere". In un 1/3 dei pediluvi al bicarbonato aggiungere aceto o succo di limone, che essendo acido corregge l'ambiente alla "faccia del bicarbonato di sodio". Quando si aggiunge il composto acido, si può notare l'insorgere di una reazione. A lungo andare la mistura può causare "piaghe" e "feroce prurito". In questo caso, il segreto del successo è...