sabato 30 luglio 2011

Vegetarianesimo significa non dover mai dire mi dispiace
Il vegetarianesimo è l'illusione di non dover ammazzare animali. Sembra giusto e sacrosanto, ma è, invece, soltanto una sciocchezza. Siamo tutti dentro una contraddizione in termini, non risolvibile. Siamo "pietanze dello stesso piatto". Partecipiamo tutti allo stesso banchetto come cibo e come mangiatori.
I vegetariani fanno torto alla verzura. Perchè considerare i vegetali forme di vita mangiabili - inferiori -, oggetti inanimati destinati a soddisfare bisogni primari di individui compulsivi instabili, cibo per disagiati mentali? Fanno parte anche loro del "sacro cerchio della vita". Il fatto che non urlino quando qualcuno li addenta e strappa piccoli lembi di vita, non significa che non provino dolore o che non abbiano un'"anima". Non esiste un limite netto tra mondo vegetale e mondo animale. In natura tutto è graduale e tutto arriva a confondersi, prima o poi, nell'indistinto e c'è già chi tra gli illuminati scienziati sta pensando a come far accoppiare, in una scopata ultragalattica, mondo vegetale e mondo animale.
np, ho smesso di scriverti, perchè trovo sconveniente continuare. Non è colpa tua, ma io ti avevo immaginata con certe caratteristiche. Una cosa stupida e tutta mia, che partiva da me e arrivava a me. Come sai non ho nè voglia nè tempo per incontrarti davvero, per permettere "ai nostri corpi di conoscersi". Ti avevo preso per la persona sbagliata. Credevo fossi comunista. Non che io frequenti solo comunisti, perchè purtroppo la vita quotidiana e/o la ricerca del sostentamento non lo consentono, ma con quelli che devo frequentare per forza, mi limito allo stretto necessario, essendo venuto il tempo della separazione dagli empi. Esistono i comunisti. Tutti gli altri sono intoccabili -lebbrosi nell'anima-, e va limitato al massimo, allo stretto indispensabile, il tempo che si è costretti alla loro presenza.
Pertanto non ho più intenzione di intrattenere con te rapporti, sia pure epistolari. E poi di cosa dovremmo parlare? Delle ricette vegerariane? Dejà vu. Già visto. Esistono persone alternative, parecchio alternative, persone che per quanto tu possa essere estremista, fazioso, di parte, per "l'uguaglianza e il progresso sociale", ti scavalcano sempre e comunque a sinistra. Ecco, questi a forza di ricercare le cose più fighe da fare e da dire arrivano, presto o tardi, alla loro vera meta: lo yoga, i tarocchi, gli extra-terresti, la metafisica, o... la cucina vegerariana. A questo proposito una volta uno di questi alternativi, uno che aveva fatto del vegetarianesimo una fede religiosa,  tanto di sinistra da essersi perso dentro il suo labirintico buco di culo, in una accesa e serrata discussione sulla settima arte, mi disse: "il cacciatore è un film bellissimo, il migliore che io abbia mai visto".
"si, belle le scene di caccia!" risposi.
Fece un triplo salto mortale sulla sedia su cui era seduto, la bocca si atteggiò a smorfia come se fosse stato costretto a masticare un limone con tutta la scorza, rimase folgorato e non disse più niente per tutta la serata. A me piace pensare che non disse più niente anche per tutto il resto della sua stupida, piccola vita. Se fù così, fù un bene per lui e anche per chi gli stava intorno, perchè, in fondo, non aveva, nè mai aveva avuto, niente di significativo da dire.

Sottovoce.
Sono passati gli anni delle "vacche grasse" e anche quelli delle "vacche magre". Non resta più niente. Il mondo si è stracciato malamente e quello che è rimasto si è organizzato per bande. Piccoli gruppi in guerra permanente, lieti di uccidere per un pugno di riso o un frutto. Tanto è il residuo "valore di vita".
Domanda e Offerta. Più grande e abbondante è una risorsa, minore è il suo prezzo... oppure "l'omicidio non paga". Infatti nel presente e, si prevede, anche nel futuro più immediato, costa meno che fottere. L'immondo carnaio ha cominciato a deperire e "emana" cattivo odore. Il cibo ha raggiunto livelli di inquinamento incompatibili con la vita stessa, che, mediamente, si è ridotta a 18 anni. un vero spasso. Il "mondo" è imploso e l'unica cosa rimasta abbondante è il denaro... uno e trino. Movente speculativo, transattivo e precauzionale. Il denaro, nonostante tutto, ha mantenuto un certo "valore"... "Produzione di valore a mezzo valore", secondo la legge dell'"autovalorizzazione" implicita. L'unico scambio possibile prevede monete contro monete - Unica eccezione alla regola sono i funerali - tutti gli altri oggetti, come è giusto che sia, sono incommensurabili e vengono custoditi gelosamente a prezzo della vita stessa. Perfino gli eroi di guerra, assassini, macellai, alla fine, vengono liquidati con pochi miseri "beni". Beni?... Si! "BeniBeniBeniBe". Il valore d'uso ha inusualmente e inaspettatamente trionfato sul valore di scambio. Tutto è cambiato e/o si è rapidamente deteriorato e nemmeno il potere talismanico del gruppo può più nulla.
Riti funebri.
Un morto fresco lo riconosci subito, se non altro per il colore. Anche se ha gli occhi aperti, assume posizioni "naturali" più innaturali. È impudicamente docile, non ha tono muscolare e non solleva più il torace. È come un materasso su cui puoi piantare un gomito.
Ognuno spoglia i cadaveri, è proprio il caso di dirlo, dei loro averi e indumenti, piccole povere lacere cose, e li scambia con denaro. Una volta terminata "la raccolta" si usa seppellirli infilando nelle loro bocche previdenti rotoli di banconote e tanto più sono ricchi, i morti, tanto più grandi sono rotoli e bocche.