sabato 31 dicembre 2011

BRINDISI DI FINE ANNO.
L'Italia va come va  e non c'è niente da fare, però le cose sono peggiori di quel che sembrano.
Quel che politici e tecnici e manager e economisti e econometristi e ... coglioni nostrani propongono non risolverà la "crisi" (che poi non si capisce perchè continuano a chiamarla "crisi", se dura ormai in maniera continua ed ininterrotta da più di venti anni), dato che mancano i presupposti strutturali a risolverla e, mancando ciò, quel che propongono equivale ad "attirare l'attenzione del poveraccio che sta per affogare sul fatto che si sta bagnando i vestiti".
Le manovre "lacrime e sangue" non serviranno a niente, anzi aggraveranno ulteriormente la situazione generale perchè si propongono di ridurre il debito pubblico (che qualcuno, innovativo come sempre, si ostina a chiamare "sovrano") tramite manovre economiche che deprimono il reddito e che ormai più che deprimerlo, lo ammazzano. Le ragioni dello stato di cose attuali sono complesse, profonde, strutturali, vecchie e ben note a tutti e non vale neppure la pena (e/o il tempo necessario) di mettersi a rimestarle. Quel che invece è bene ricordare è che da questa situazione non si può uscire nemmeno adottando le tradizionali politiche keynesiane  di sviluppo della domanda. I motivi che ne impediscono il ritorno  sono (oltre al fatto che la teoria keynesiana è stata colpita dalla grave malattia della indeterminatezza, essendo venuto meno il trade-off tra occupazione e inflazione), congiuntamente e in uno strano caso di sinergia, il vincolo della bilancia dei pagamenti, l'aumentato grado di apertura delle economie, la globalizzazione del mercato dei capitali, la sincronizzazione delle economie dei diversi paesi, il modello di sviluppo, universale ed accettato da tutti, basato sulle esportazioni, l'adozione di una moneta unica (il famoso e famigerato EURO) a economie molto diverse e con obiettivi strategici addirittura opposti ....
Da questa situazione non se ne esce e il futuro prossimo venturo e, forse anche quello remoto, dell'"azienda Italia" è stagflazione, progressivo e pressochè totale impoverimento della stragrande maggioranza della popolazione, con buona pace dei bERLUSCONIANI, bERSANIANI  e chi più ne ha più ne metta!!!!!!!
Cheers!
Cheers!
Cheers!
Cheers!
Cheers!
Cheers!
Cheers!
Cheers!
Cheers!Cheers!Cheers!



lunedì 26 dicembre 2011

Sensazionale!
Scoperto il motivo che fa piangere madonne, ministre e presidenti della repubbblica.

sabato 10 dicembre 2011

K sta per Komunist?
A parte le sciocchezze come "l'eterno ritorno", K-Pax è un film che affronta temi interessanti... temi che non "emergono", in una specie di percezione selettiva o "cecità per temi".
Relazioni
Il "manicomio" o "casa di cura" o "istituto psichiatrico o "casa famiglia" o "pizza margherita" o comunque lo si voglia chiamare resta un luogo di pena, di costrizione e contenimento, "un luogo chiuso dove mettere tutte le mele marce ed impedire che fuoriesca la puzza", a prescindere da quanto "umani" o "liberali possano essere gli "psichiatri" e il personale addetto al loro "funzionamento".
Del resto "psichiatra" - così come "infermiere", o "personale ausiliario" o, persino "personale addetto alle pulizie" - ed essere umano è una contraddizione in termini.
C'è un certo parallelismo - non identità - tra carcere e i luoghi dove si "esercita" la psichiatria. Nelle carceri "Secondini", "direttori", "vicedirettori" e personale tutto non possono propriamente definirsi "esseri umani". ma il loro esser alieni dipende dal ruolo che assumono. Il parallelismo si interrompe quando si usano "mappe sinaptiche". I carcerati sono "persone normali" e quello che li differenzia dai loro aguzzini è per l'appunto il "ruolo" che sono chiamati ad esercitare loro malgrado. Paradossalmente in un carcere si potrebbero capovolgere i "ruoli" e far fare i "detenuti" ai "secondini" e viceversa.
Lo stesso dificilmente si potrebbe immaginare in qualche "istituzione psichiatrica".
Pertanto esiste, voglio credere fermamente  che l'autore  non abbia messo casualmente a confronto "istituto psichiatrico" e abitante di K-Pax, una relazione tra queste due entità.
Perchè mai un abitante di K-Pax va a finire un "istituto psichiatrico"?
E dove altro mai potrebbe andare a finire uno così? Nonostante dia continue prove di sanità mentale, saggezza e ragionevolezza? abbia un comportamento, fin nella somatizzazione, così razionale ed aiuti tutti gli altri a lasciare il luogo della loro "redenzione"?
Il protagonista è, addirittura, un "cervellone" così nel film lo definisce lo sbirro del paese dove Prot viveva prima della "trasfomazione". E dove lavorava questo "cervellone"? in un macello. In altri termini, in un paese come gli uSA, così "meritocratico" da permettere ad ogni individuo dotato di talento di emergere,  era un operaio.
Prot è dunque un ex operaio, "forte come un bue" e con "turbe psichiche".
È l'eroe ideale della moderna società industriale, capace di produrre merci e "picchiatelli" in enormi quantità, ma incapace di "guarirne"  anche uno soltanto. Non ho mai visto un "malato di mente" guarire;  ho visto moltitudini cronicizzarsi. Resta un "mistero", il mistero di pulcinella, come la moderna società industriale, dotata di così grandi mezzi materiali e di "geni psichiatrici"  non riesca a "guarire" nemeno un solo "malato di mente". Di nuovo si tratta, evidentemente, di una contraddizione in termini. I "malati di mente" fanno parte del "prodotto interno lordo". Sono una scoria, uno scarto del processo di lavorazione. È dunque impossibile che possano essere "sanati". Del resto la "malattia mentale", come il "cancro", è un effetto collaterale indesiderato del "processo di produzione" della società industriale. Peccato che i malati mentali non si possano portare in "discarica" o in "termovalorizzatori". Nell'impossibilità della "soluzione finale" bisogna ospitarli in luoghi di costrizione ed impedire, appunto, che la puzza fuoriesca.
Il luogo delle meraviglie.
In contrasto con il mondo in cui vive, Prot, incidentamente parla del pianeta K-Pax. 
Su K-Pax:
1. non esiste famiglia;
2. non esistono leggi;
3. la  prole è allevata  dalla    comunità    (sarebbe  un  problema  se  su    tale pianeta esistessero individui come i preti);
4.  non esiste stato, inteso come "monopolio della forza armata";

HEI, ma questa è ANARCHIA, lo stato finale verso cui tende il comunismo!!!
Chissà come cazzo hanno risolto il problema della produzione e, soprattutto, della redistribuzione della ricchezza prodotta i K-PAXIANI.
La lotteria.
Avremmo tutti bisogno di "migrare" su K-Pax, peccato che solo uno possa andarci!

sabato 3 dicembre 2011

Monti Python
http://youtu.be/KtY_39ISf6k 





giovedì 1 dicembre 2011

Letto ultimo libro di S. King. Ho sempre considerato King un grande scrittore "puntuale", uno che, bisogna leggere "punto per punto", perchè se si guarda nel complesso, con "complesso" piccolo quanto si vuole, "si sfalda ai margini", ma questa volta ha superato se stesso. È definitivamente scoppiato. Di lui si potrà dire: le "sciocchezze di Occam". Unica cosa degna di nota nel suo ultimo libro è l'incontinenza e inconsistenza della capacità di ragionamento, razionalità e previsione umani.
Speriamo che questo non significhi "lasciare tutto nelle mani del mercato più o meno libero"!

domenica 13 novembre 2011

Forzatura
cIÒ cHE sEPARA dAL cOMUNISMO e dALLA lIBERAZIONE è "sOTTILE cOME uNA fETTA dI pROSCIUTTO", mA pIÙ dURO dELL'aDAMANTIO.
non è la tecnologia;
non è la conoscenza;
non sono i padroni - minuscola escrescenza tumorale;
non è lo stato;
non è la finanza;
non è ...
è solo l'incapacità ad adottare un criterio di ripartizione della ricchezza prodotta paritario, condiviso, e diverso dalla forza bruta.
La ricchezza, che in fase di creazione è, a tutti gli effetti, un prodotto sociale,  da luogo a problemi insormontabili nella redistribuzione.
In tempi passati e non sospetti si sarebbe potuto dire :"la storia non ha ancora elaborato un criterio di divisione", trattando quel che confligge senza speranza di ricomposizione come un "prodotto combustibile ancora giovane". Speriamo che sia così, che non si tratti dell'illusione di un qualche poveraccio che si aggrappa a questa ipotesi come ultima speranza... e speriamo pure che non sia come il petrolio, che per "maturare" ha bisogno di milioni di anni. Speriare,  si,  si deve ("la speranza è l'ultima a morire... oppure la morte è l'ultima speranza")...  anche perchè il tempo necessario alla "maturazione" di questo nuovo criterio di redistribuzione, non c'è. Il capitalismo ha già abbondantemente superato le potenziali risorse terrestri disponibili. È per questo che è necessario operare una nuova forzatura.
L'impresa sembra disperata. È quasi come "mutare l'acqua in vino" o, "moltiplicare i pani e i pesci"... senza considerare che l'economia è un esempio mirabile di ricorsività (dove la "logica" umana, questa misera cosa,  risulta non applicabile), con un grado di complessità simile alla dinamica dei fluidi.

sabato 12 novembre 2011

Vocazione al pubblico
Se lo Stato mascherato da "pubblico" ha l'incontenibile tendenza a trasformarsi in "privato", come "privato" potremmo provare a mutarci in "pubblico", isolando  e confinando in un lazzareto lo "stato", tutti i suoi servi e i succhiasangue.
Un fulgido esempio di "vocazione al pubblico" è il "software libero".
TOGLIERE L'ACQUA AL "PESCE" "STATO" PER LASCIARLO AGONIZZANTE SUL FONDO DI UNO STAGNO ORMAI PROSCIUGATO!!!!!

mercoledì 9 novembre 2011

dIAVOLO E ACQUA sANTA
Per me che non considero lo stato una comunità organizzata su un territorio o in qualsivoglia altro ameno modo, ma come brutale "monopolio della forza armata" orientata per lo più a fini eversivi e contro la stragrande maggioranza della popolazione, "pubblico" non può essere in alcun modo accostato, neppure lontanamente, a "stato".
Sarebbe come mettere insieme il "dIAVOLO" E "L'ACQUA sANTA".

lunedì 7 novembre 2011

Pollaio globale.
Sono un pollo e vivo nel famoso pollaio globale. Il tempo in cui vivo è un tempo disgraziato, dove ormai si sono definitivamente affermate certe virtù. Tutti i polli sono stati contagiati da una epidemia/pandemia o anche influenza aviaria. I valori riconosciuti si basano sugli impulsi originari dei bipedi che sono, si sa, tra i più stupidi in natura. Niente di nuovo sotto il cielo. È bello veder sanguinare/soccombere, e devo dire, a me personalmente smuove un non so che nelle parti basse. L'eccitazione solletica il ventre e mentre penso infliggo penitenze. il rullo compressore non si ferma fino a che ha carburante e al fin di ritrovarsi sotto le luci della ribalta. I famosi quindici minuti di gloria che non si negano a nessuno. Tutti i polli cercano affermazione individuale. Ragionano, dibattono... si scontrano... propongono. Usano tonellate di argomentazioni, pane e logica formale, per poter arrivare a coltivare, in santa pace, il proprio orticello. Perchè la nota si dice dominante? Perchè predomina su tutto, altrimenti non sarebbe tale. La persistenza prevalente per la prevalenza solo è. Il cerchio della vita risulta spezzato o quantomeno interotto e/o menomato. Non esiste meta, neppure apparente. Tutto rotola con la stessa "isterica causalità di una moneta lanciata in aria" o di un dado gettato contro u muro. Il confine formale trionfa sulla linea piatta dell'encefaloramma e tutto l'argomentar è in fine in se.
Ognuno secondo le proprie inclinazioni e nel proprio ambito. MicroVettori orientati all'oggetto, con tanto di freccettina appuntita, pronta a far microsanguinare tutta la mocrosfera di riferimento, si scontrano, per il solo esclusivo piacere di scontrarsi, con ogni entità, terrena o ultraterrena che casualmente li incrocia. Ogni ragionamento è originariamente fallato. come un dente marcio batte e lentamente muore. Ecco il regno dei necrofori/necrofili. Nella dOMOCRAZIA È possibile scegliere dOmocraticamente. Vivo in un mondo di musicisti, attori, registi, pittori, scrittori, politici, scienziati che hanno solo stomaco, intestino e culo.
Piccoli e grandi onanisti dell'anima hanno smarrito il senso delle cose e hanno come obiettivo unico e primario prevalere, abbattere e calpestare al posto di "credere, obbedire e combattere". Il grazioso passatempo consiste nell'impagliare tutto ciò che è vivo, si muove e respira. Vivo in Un limbo ipertrofico di piccole meschine sozze aspirazioni individuali globalmente date. Il cervello è preda permanente di senile tremore iperattivo neuro-erotico e frenetica attività pre-sinaptica, in un universo nervoso che ormai discende direttamente, come una escrescenza fibroso cistica, da quello prettamente mercantile e produttivo. La qualità totale prevale ed invade anche la sfera individuale, sforna/sforma, "idee a mezzo di idee" persino durante il sonno. Vivo nel secolo della mente, dove anche il pollo più stronzo ha opinioni universali che devono per forza di cose diventare dominanti e prevalere secondo il noto schema iniziativo/personalistico. Intere schiere di lettori "Harmony" si candidano al ruolo di guida spirituale, danno esami di filosofia morale ed etica rosa e si propongono quale nuovo paradigma. La soggettività è esplosa e produce sfaceli. Vivo in un mondo senza amici e senza condivisione, ma, tanto per compnsare, "fotto" fino a scoppiare. Tutto si riduce a uno "sfregamento" superficiale fisico/intellettivo. Si fa "palestra". Fare pratica e dare libero sfogo ai propri io mega-lo-mani. Smania da impronta di se da lasciare a futura memoria nei secoli dei secoli. Non è più richiesto nemmeno il versamento di piccole goccie di sangue... Povero Piccolo Mondo stronzo e Anemico.
I corpi creano una distorsione "spazio temporale"; lo spazio è curvo
Io l'ho sempre saputo. Anche quello interiore lo è. Anzi, per dirla tutta, lo spazio interno è fisiologicamente gobbo e storpio, in modo che possa guardare agevolmente solo i propri piedi e più passa il tempo e più si curva fino
a che, al culmine di un esercizio di contorsionismo estremo, si spezza.
Sono circondato. Ovunque scorgo ostilità da e verso il mondo intero. C'è un non so che di "sinistro" nei polli, galli, galletti e galline tronfi e in cerca di affermazione che mi circondano. Schiere di egocentrici scoppiati non commisurati alle loro reali capacità in afflizione forzata.
Il mondo li ha trattati duramente e anelano occasione per ripagare con egual moneta più gli interessi. Sbranare il primo che mostra segni di cedimento. Il solo sguardo è già inquietante. Basta guardare dentro a quello del primo che la sorte incrocia. Al posto di "un lago senza fango e di un cielo d'estate sempre blu" si può scorgere melma, rifiuti speciali che abbisognano di tratamenti particolari, desideri inconfessabili, inappagati, infettati di bramosia e arsura che mai potrà essere estinta, nemeno dal saccheggio del mondo intero. Occhi senza vita si incendiano e diventano febbricitanti solo quando scorgono possibiltà di "fama e gloria", abbacinati da "illusione monetaria" a tutti i costi. Lo Spazio comune è decomposto e l'incendio divampa, ma anzichè spegnerlo, inconsapevoli idioti lo alimentano. Tutti sono affetti da sindrome nimby e stanno fuggendo verso una immaginaria, irreale, fittizia, inesistente uscita di sicurezza, arraffando oggetti pressochè inutili, altrettanto immaginari e fittizi, in grado solo di comprimere il "tempo per unità di prodotto". Sono circondato da potenziali serial-killer. L'insicurezza è un potente acido corrosivo capace di corrodere la più salda volontà e i sentimenti più nobili. Mancano i presupposti. È necessario solo tempo e casualità perchè si manifestino, per scatenare la giusta combinazione di frustrazione, delusione e sogni infranti, una volta realizzato che al di fuori degli angusti limiti individuali c'è solo ostilità. È una fortuna che, estinte le dimensioni collettive, nascano e si sviluppino assorbitori di follia. Gigantesche spugne raccolgono i prodotti della necrosi celebrale che affligge tutti. Benedetta sia la "televisione" e benedetta sia "internet": bende capaci di coprire piaghe purrulente e di impedire che, scoppiando, sporchino il quanto si vuole piccolo intorno di minuscoli punti di accumulazione. Sono all'interno di un gigantesco pollaio. Non c'è scampo per i deboli e poveri, necessariamente destinati a soccombere. Le galline attaccano e finiscono a beccate chiunque si si "macchiato", solo che, inevitabilmente, dopo ogni distruzione qualche altro individuo, si macchia e viene a sua volta abbattuto, fino alla distruzione totale, finalmente, del famoso "pollaio globale".

mercoledì 2 novembre 2011

Pubblico.

Ecco cosa dice il dizionario etimologico on line di "Pubblico"

"Pubblico=Che appartiene a tutto il popolo; Che concerne tutto il popolo; quindi Comune a tutti; Sentito da tutti; Fatto per tutti; Noto a tutti; opposto a Privato.
Pubblico differisce da Comune, di cui nessuno ha la proprietà, ma tutti gli uomini hanno l'uso come l'aria, l'acqua del mare e simili, mentre ciò che è pubblico è di dominio di una città e l'uso n'è più limitato, come i teatri, i tempi, le piazze e le vie".

Ecco cosa dice il dizionario di italiano di Sabatini Coletti di "Pubblico"

"pubblico

1 [pùb-bli-co] agg. (pl.m. -ci, f. -che). 1 Che riguarda, interessa tutti i cittadini, l'intera collettività: salute, utilità p.; in partic., di proprietà, attività ecc., finanziato, gestito dallo Stato (si contrappone a privato): mezzi di trasporto p.; azienda, scuola p. || p. amministrazione, l'attività esercitata per realizzare i fini istituzionali dello Stato; il complesso degli organi che svolgono tale attività | p. impiego, il complesso dell'attività lavorativa svolta alle dipendenze dello Stato; i dipendenti ad essa addetti | servizi p., quelli ritenuti indispensabili per la collettività e pertanto forniti dallo Stato o da enti statali senza scopo di lucro (p.e. trasporti, sanità, telecomunicazioni) | cosa p., lo Stato, l'amministrazione statale | forza p., la polizia e le forze militari | P. Sicurezza, autorità preposta alla sicurezza pubblica | p. ufficiale, chi è investito di cariche pubbliche con funzioni legislative, amministrative o giudiziarie | p. ministero (abbr. p.m.), magistrato che nei processi penali rappresenta e tutela gli interessi dello Stato 
2. Condiviso da tutti i membri di una comunità, ad essi comune SIN generale: riscuotere la p. stima; noto a tutti, risaputo, palese: rendere p. una notizia 
3. Che può essere frequentato, utilizzato da qualsiasi persona: locale, giardino p.; che avviene, di fatto o idealmente, alla presenza di tutti: fare una p. confessione || p. esercizi, negozi, bar, ristoranti ecc."
C'è una differenza abbastanza sorprendente.
Nel Coletti "pubblico" sembra sinonimo di quel che è gestito e/o finanziato dallo stato e/o che serve a realizzare i fini istituzionali dello stato. Ma è proprio così? Solo attraverso un tipo particolare di agente -lo sTATO - si può concretamente realizzare ciò che è pubblico?
Tutta l'esperienza della rivoluzione russa è all'interno di questo modo di considerare il "pubblico". A partire da ciò si è originato un equivoco all'interno del quale ancora oggi "pubblico" è strettamente connesso e confuso con sTATO. Ciò aveva un senso all'interno dell'"anomalia leniniana". Se la leva politica diventava lo strumento principe per la realizzazione di una società "socialista", allora necessariamente il pubblico doveva tendere a coincidere con lo stato.
Oggi che il politico è molto meno autonomo di quel che sembrava è ancora così?
L'esperienza del free software può essere ricompresa nel "pubblico"?
In quanti e quali modi si può "coniugare" "pubblico"?

giovedì 20 ottobre 2011

"Mi sono seduto dalla parte del morto visto che tutti gli altri posti erano occupati"

Onore e Gloria al Colonnello che è stato capace di morire con dignità e di non piegarsi ai dominatori del mondo.

mercoledì 19 ottobre 2011

tONINO 'O SECONDINO... cHE mARONI!

l'iTALIA è un paese di merda;
gLI iTALIANI sono un popolo di merda;...
e non è vero che a fronte di una classe politica "corrotta" vi sia una comunità di "virtuosi". 
La cLASSE pOLITICA iTALIANA rAPPRESENTA eSATTAMENTE gLI iTALIANI pER qUELLO cHE sONO!

sabato 8 ottobre 2011

"Chiarezza chiarezza, mi punge vaghezza di te".
Parliamoci chiaro: il leninismo è definitivamente morto.
E quando parlo di leninismo non intendo la forma partito "inventata da Lenin" (che Dio l'abbia in gloria in eterno), né del "centralismo democratico", ma dell'ipotesi che ne è alla base, cioè l'autonomia del politico.
La politica non può modificare l'economia, e non può nemmeno scalfirla, confermando l'assioma che una qualunque "sovrastruttura" non può modificare la "struttura".
Tutto ciò è ormai chiaro ed evidente, ma nonostante si tratti di un risultato, ormai condiviso a livello planetario, la ricerca del cambiamento continua a passare per l'inutile e anacronistica leva politica. Quando quel tale disse: "datemi una leva e solleverò il mondo", so per certo, a questo punto, che non aveva in mente la politica.
Rimane un'unica questione di una certa rilevanza: è possibile intercettare  il sentiero di sviluppo del capitalismo prima che trasformi la terra in un pianeta morto e mutarlo in comunismo?
Si pUÒ' fARE, cAZZO, sI pUO' fARE.
sE È pOSSIBILE fAR pASSARE uN cAMMELLO pER lA cRUNA dI uN aGO, È aNCHE pOSSIBILE mUTARE iL cAPITALISMO iN cOMUNISMO.

martedì 4 ottobre 2011

Lo stato delle cose/le cose dello stato
Come stanno i porci? In questo momento ridono beati.
Si, i porci quando tutto va bene agonizzano terrorizzati nelle loro bare, come vampiri succhia-sangue di fronte ad un sole radioso, però qualche volta ridono. Ai funerali o quando c'è odore di morte nell'aria o quando si avverte una tragedia imminente.
Sono basito. La potenza di un programma di video-scrittura, o, come direbbe un giiovine americhen "word-processor", mi lascia muto ed inerte, come un "selvaggio" di fronte ad una macchina da presa; come un condannato a morte negli ultimi 4 minuti della sua sporca vita. Le parole scivolano dalle mani sulla tastiera e giacciono come uccelli morti senza riuscire a prendere forma. Fluidificano, non hanno energia sufficiente a cristallizzarsi. Che Culo!
Chi sono i porci? È possibile certificare la loro esistenza in vita?
...e come no, hanno agenzie capaci di valutare persino la vitalità di un peto.
I porci godono di ottima salute. E diventano sempre più floridi man mano che il trend dello sviluppo delle disgrazie si accresce.
Si, tutto questo è vero, ma, comunque, i porci sono la parte migliore e vivono in "oscure cavità peritoneali", "come la coratella" e non è possibile, allo stato attuale dell'arte, sradicarli. Novelli dr. Jekyll alla ricerca di elisir capaci di accoppare il povero Mr. Hide.
Quanti modi ci sono di fare ricchezza o perlomeno agiatezza? Infiniti... direi, ma come di fronte ad un "word-processor" rimango inerte; linee di forza scorrono parallele ai miei arti senza coinvolgerli: rimango così in attonita contemplazione del mistero.
La Cruna e il Cammello.
Il paradiso è, ormai, un club privato per cavalli.
In verità VI dico: in origine furono i cammelli, poi a furia di farli passare per le crune, nacquero i cavalli.
Uomo di poca fede, se non credi che i cammelli possano passare per la cruna di un ago, guarda il regno dei cieli e scoprirai che è frequentato solo da uomini ricchi.




giovedì 8 settembre 2011

Un uomo... solo un uomo.
Quanta menzogna può sopportare l'icona di un uomo proiettata nel futuro remoto?
In particolare su uno se n'è riversata un oceano intero, al punto che oggi non si può nemmeno stabilire se sia davvero esistito o sia il parto di inumerevoli sterili generazioni che non sono mai riuscite ad andare oltre la fase anale e senza alcuno scopo manifesto.
EHIiiii, non chiamarlo dIO. Nella migliore delle ipotesi, quella più benevola, si tratta solo di un "enzima che favorisce la crescita della consapevolezza" in individui condannati al sonno eterno: è uno shock esogeno necessario ad avviare la ciclica rigenerazione contaminata... Una fase del sonno che con giusta causa può essere chiamata "dormisveglia".
Ho fame. Voglio mangiare magia, metafisica, etica o morale, in modo che non ne resti più nemmeno una briciola. Sanare il mondo dalla lebbra della follia manifesta che infesta l'"homo sapiens". Ma per farlo, sarebbe necessario essere un messia "predestinato" in un ciclo infinito e senza senso.
Così parlò pASQUALE

sabato 27 agosto 2011

Q.I.
Un figlio scemo puo' capitare a tutti. Una combinazione sbagliata nel calcolo combinatorio "allele Vs allele". Si tratta di un momento. Forse il controllo di qualità si era assentato o era dovuto andare in bagno per un attacco di dissenteria acuta... vallo a sapere... Però una volta che la combinazione si è prodotta, non c'è più niente da fare o da dire. Uno si tiene il figlio scemo per tutta la vita. La civiltà occidentale e gli individui che la compongono sono l'elite del genere umano. Razionalità e costanza, oppure "costanza e tutta panza". Eppure ultimamente c'è qualcosa che non funziona. I figli "occidentali" sembrano tutti malaticci, pallidi, e ... scemi. È come se lo sviluppo del benessere, della produzione industriale, della capacità produttiva e il sentiero di sviluppo verso il "capitalismo" "maturo" danneggiasse irrimediabilmente le cellule moderatamente nervose, favorisse l'ottundimento dei sensi e la forza degli spermatozoi. Ormai è un dato di fatto che gli spermatozoi "occidentali" mostrano un declino senza pari, diminuiscono di numero, diventano più deboli e il loro Q.I. declina irrimediabilmente verso lo zero assoluto. Se in passato si poteva dire che un individuo era il risultato di un processo di integrazione genetico e sociale, lo sviluppo economico e l'entrata nella cerchia ristretta delle economie avanzate determina un'azzeramento del fattore genetico. I nuovi "dominatori" della terra nascono idrocefali, tabule rase, corpi perfetti dotati di culi, tette e peni  enormi perfetti, ma senza intelligenza. L'intelligenza si è volatilizzata, probabilmente assorbita tutta nello sforzo della bellezza, essendo "la bellezza superiore alla intelligenza, perchè non ha bisogno di dimostrare nulla"... ecco questo è il punto... l'intelligenza si è persa nel tentativo di diventare bellezza e la bellezza, una volta raggiunta non ha bisogno di alcunchè e men che mai di intelligenza... deve solo mostrarsi e magari atteggiarsi in quelle pose che gli animali assumono durante il corteggiamento amoroso. Non è importante essere intelligenti, l'importante è assumerne la posa. Questo processo se ha reso l'intera popolazione più bella e senza bisogno di dimostrare alcunchè, a tutto vantaggio di quelli che possono scoparsela senza ritegno, ha abbassato il decoro e la dignità certamente di una parte di essa. I genitori soffrono di questo abbassamento generale dell'intelligenza; erano abituati ad usarla come ori e gioielli; come rafforzativo della personalità. Poter "esibire" un figlio incapace di calcolare al volo la radice quadrata del logaritmo di, che so, 135.748.577.177 è un dolore incapiente.
La statistica, inconsapevole dell'acqua che scorre sotto i ponti e delle auto che vi "transitano" sopra, mostra, incolpevole, i desiderata dei  fornitori inesauribili di gameti maschili e femminili. OCCHI AZZURRI, CAPELLI BIONDI, CORPI STATUARI E GENIALITÀ, secondo quanto prescritto dalle arianizzanti indicazioni generali, propagandate sui media in un cortocircuitante loop che ritorna sempre su se stesso in un infinito percorso ellittico capace solo di precipitare in una sterile rincorsa tra la coda e la bocca del cane. Il fatto è che spesso, invece, i risultati cozzano con le aspettative "razionali" in materia di progenie, e seguono, più che i desideri l'impronta, infangata, genitoriale. Da un carciofo è raro che  nasca una violetta o una mammola. Un figlio è una riverdicazione ed una occasione, sempre mancata, per saldare il conto a quella figlia di troja della sorte che sembra accanirsi contro senza alcuna ragione.
Io e mio padre.



giovedì 4 agosto 2011

Guardie e Ladri.
Si gioca, si gioca sempre. Il gioco preferito è guardie e ladri... mha, non so, ... Sembra faccia crescere il cazzo. 
I luoghi qualche volta cambiano - carceri, ospedali, manicomi, fabbriche, scuole, chiese, famiglie ...- , anche se la sostanza è la stessa.
Qualcuno particolarmente dotato per l'estetica potrebbe dire: "ambientazioni scenografiche".

sabato 30 luglio 2011

Vegetarianesimo significa non dover mai dire mi dispiace
Il vegetarianesimo è l'illusione di non dover ammazzare animali. Sembra giusto e sacrosanto, ma è, invece, soltanto una sciocchezza. Siamo tutti dentro una contraddizione in termini, non risolvibile. Siamo "pietanze dello stesso piatto". Partecipiamo tutti allo stesso banchetto come cibo e come mangiatori.
I vegetariani fanno torto alla verzura. Perchè considerare i vegetali forme di vita mangiabili - inferiori -, oggetti inanimati destinati a soddisfare bisogni primari di individui compulsivi instabili, cibo per disagiati mentali? Fanno parte anche loro del "sacro cerchio della vita". Il fatto che non urlino quando qualcuno li addenta e strappa piccoli lembi di vita, non significa che non provino dolore o che non abbiano un'"anima". Non esiste un limite netto tra mondo vegetale e mondo animale. In natura tutto è graduale e tutto arriva a confondersi, prima o poi, nell'indistinto e c'è già chi tra gli illuminati scienziati sta pensando a come far accoppiare, in una scopata ultragalattica, mondo vegetale e mondo animale.
np, ho smesso di scriverti, perchè trovo sconveniente continuare. Non è colpa tua, ma io ti avevo immaginata con certe caratteristiche. Una cosa stupida e tutta mia, che partiva da me e arrivava a me. Come sai non ho nè voglia nè tempo per incontrarti davvero, per permettere "ai nostri corpi di conoscersi". Ti avevo preso per la persona sbagliata. Credevo fossi comunista. Non che io frequenti solo comunisti, perchè purtroppo la vita quotidiana e/o la ricerca del sostentamento non lo consentono, ma con quelli che devo frequentare per forza, mi limito allo stretto necessario, essendo venuto il tempo della separazione dagli empi. Esistono i comunisti. Tutti gli altri sono intoccabili -lebbrosi nell'anima-, e va limitato al massimo, allo stretto indispensabile, il tempo che si è costretti alla loro presenza.
Pertanto non ho più intenzione di intrattenere con te rapporti, sia pure epistolari. E poi di cosa dovremmo parlare? Delle ricette vegerariane? Dejà vu. Già visto. Esistono persone alternative, parecchio alternative, persone che per quanto tu possa essere estremista, fazioso, di parte, per "l'uguaglianza e il progresso sociale", ti scavalcano sempre e comunque a sinistra. Ecco, questi a forza di ricercare le cose più fighe da fare e da dire arrivano, presto o tardi, alla loro vera meta: lo yoga, i tarocchi, gli extra-terresti, la metafisica, o... la cucina vegerariana. A questo proposito una volta uno di questi alternativi, uno che aveva fatto del vegetarianesimo una fede religiosa,  tanto di sinistra da essersi perso dentro il suo labirintico buco di culo, in una accesa e serrata discussione sulla settima arte, mi disse: "il cacciatore è un film bellissimo, il migliore che io abbia mai visto".
"si, belle le scene di caccia!" risposi.
Fece un triplo salto mortale sulla sedia su cui era seduto, la bocca si atteggiò a smorfia come se fosse stato costretto a masticare un limone con tutta la scorza, rimase folgorato e non disse più niente per tutta la serata. A me piace pensare che non disse più niente anche per tutto il resto della sua stupida, piccola vita. Se fù così, fù un bene per lui e anche per chi gli stava intorno, perchè, in fondo, non aveva, nè mai aveva avuto, niente di significativo da dire.

Sottovoce.
Sono passati gli anni delle "vacche grasse" e anche quelli delle "vacche magre". Non resta più niente. Il mondo si è stracciato malamente e quello che è rimasto si è organizzato per bande. Piccoli gruppi in guerra permanente, lieti di uccidere per un pugno di riso o un frutto. Tanto è il residuo "valore di vita".
Domanda e Offerta. Più grande e abbondante è una risorsa, minore è il suo prezzo... oppure "l'omicidio non paga". Infatti nel presente e, si prevede, anche nel futuro più immediato, costa meno che fottere. L'immondo carnaio ha cominciato a deperire e "emana" cattivo odore. Il cibo ha raggiunto livelli di inquinamento incompatibili con la vita stessa, che, mediamente, si è ridotta a 18 anni. un vero spasso. Il "mondo" è imploso e l'unica cosa rimasta abbondante è il denaro... uno e trino. Movente speculativo, transattivo e precauzionale. Il denaro, nonostante tutto, ha mantenuto un certo "valore"... "Produzione di valore a mezzo valore", secondo la legge dell'"autovalorizzazione" implicita. L'unico scambio possibile prevede monete contro monete - Unica eccezione alla regola sono i funerali - tutti gli altri oggetti, come è giusto che sia, sono incommensurabili e vengono custoditi gelosamente a prezzo della vita stessa. Perfino gli eroi di guerra, assassini, macellai, alla fine, vengono liquidati con pochi miseri "beni". Beni?... Si! "BeniBeniBeniBe". Il valore d'uso ha inusualmente e inaspettatamente trionfato sul valore di scambio. Tutto è cambiato e/o si è rapidamente deteriorato e nemmeno il potere talismanico del gruppo può più nulla.
Riti funebri.
Un morto fresco lo riconosci subito, se non altro per il colore. Anche se ha gli occhi aperti, assume posizioni "naturali" più innaturali. È impudicamente docile, non ha tono muscolare e non solleva più il torace. È come un materasso su cui puoi piantare un gomito.
Ognuno spoglia i cadaveri, è proprio il caso di dirlo, dei loro averi e indumenti, piccole povere lacere cose, e li scambia con denaro. Una volta terminata "la raccolta" si usa seppellirli infilando nelle loro bocche previdenti rotoli di banconote e tanto più sono ricchi, i morti, tanto più grandi sono rotoli e bocche.



sabato 18 giugno 2011

Mario non ricorda che l'Islam è una religione;
per avere "toccato" e trovato "poco soddisfacente" il limite del materiale, mARIO è troppo attaccato alle cose terrene. 

giovedì 9 giugno 2011

sLANCIO ALTRUISTICO
Mario era comunista prima di aver sperimentato la "quarta via".
Mario sostiene che l'Islam è l'ultima speranza.
Mario sostiene che la teologia è materia da studiare approfonditamente.
Mario sostiene di avere "toccato" il limite del materiale e di averlo trovato "poco soddisfacente".

Eroi Moderni.
MU'AMMAR GHEDDAFI, OSAMA BIN LADEN, SADDAM USSEIN: 
... uomini da prendere ad esempio.
Ebbeni si, io credo fermamente nelle società primitive.
Resta da capire perchè!

mercoledì 8 giugno 2011

IO AMO LE ROSSE!!!!!!!

domenica 29 maggio 2011

el pelele está malo, ¿qué le daremos?
una zurra de palos que le matemos.
el pobre pelele, el empelelao, se tienta lo suyo, lo tiene arrugao.
le da con el dedo, lo quiere bullir, el pobre pelele se quiere morir.
el pelele está malo, ¿qué le daremos?
agua de caracoles, se pondrá bueno.


"CANTO DEL PELELE
(Colmenar de Oreja, Madrid)

Pelelito, pelelito,
si te llegas a aburrir
pondremos una escalera
para subir a por ti,
para subir a por ti,
pelelito, pelelito.

El pobre pelele
sentadito al sol,
comiendo morcillas,
comiendo morcón;
su padre le quiere,
su madre también,
todos le queremos...
¡arriba con él!

-El pelele está malo,
¿qué le daremos?
-¡Una zurra de palos,
que lo curemos!

Caramba, sí;
caramba, no.
Caramba tumba y tumba
de mi corazón (bis).



“ Estaba el pobre pelele,
sentadito en una silla
y estaba escuchando,
los chismes de la cocina.
Su padre le quiere, su madre también
Todos lo queremos,
arriba con él.

Estaba el cura, estaba el cura,
Sentadito al sol, sentadito al sol
Llamó a la criada, coge el cantarito y vete a por agua.
A la orilla el pozo, a la orilla el pozo,
Había una rana, le picó con gusto, le picó con ganas.
Al pelele sí, al pelele no.

El pelele está malo, está empelelao,
Se toca lo suyo y lo tiene arrugao
El pelele está malo, ¿qué le daremos?
Agua de caracoles, para que críe cuernos”



La mujer del pelele
es legañosa,
y el pelele le dice:
Cara de rosa.




El pobre pelele
no come en la mesa,
porque se le pone
la colilla tiesa.

El pobre pelele
ya está empelelado,
se mira lo suyo,
lo tiene arrugado.

Como es carnaval,
como es carnaval,
haremos al pelele,
un traje militar.

No se va, no,
que en la manta está.
Su amante es marinero
y lo recogerá.



Pobre pelele
pobre muchacho
nadie le quiere
porque es borracho
porque es borracho
también putero
nadie le quiere por rabanero.

El pobre pelele
No tiene camisa
Que se lo han quitado
Los frailes en misa"

sabato 21 maggio 2011


Eterna Gioventù
Irrimediabilità
Vorrei strapparmi le orecchie per non sentire e gli occhi per non vedere. Tutto quel che so è che il chiacchiericcio è un tram e chi ci sta dentro è falso come oro a "sette carati". Si recita a soggetto e si recita pure male. Bisognerebbe, almeno, rendere obbligatoria l'Accademia d'Arte Drammatica. Mi tocca subire il pregiudizio. È malaffare, ed io rimango lì e non rispondo mai alle domande - retoriche. Faccio finta di non aver capito, faccio finta di niente, mi guardo le mani, mi guardo le scarpe... parlo del tempo. Conosco una vecchia senza denti, quasi impazzita da quando la morte le è passata accanto portandosi via i suoi cari. C'è un prima e un dopo, e in mezzo l'orrore... ORRORE. Per poter sopravvivere al dolore si è strappata via tutti i denti
Parkinson è la diagnosi ufficiale, ma io so che quella è solo apparenza. Ha rilasciato, tutto insieme, lo strato di marciume che era, da sempre, annidato nella parte più buia, fredda e profonda del cervello e ha sporcato tutto. La sottile "linea rossa" che separa due estranei in casa si è lacerata malamente. Vacuità, leggerezza, paura per se, sollievo e rimorso per quel che è accaduto... amarezza, rinuncia a lottare, terrore negli occhi per essere stata domata - per essere docile - lo sproloquio continuo e senza senso... ed io IL PEGGIORE di tutti.
Il primo bacio.
È stato miracoloso. La bocca si è animata ed è andata a cercare. Le papille sono diventate coscienti, piccoli occhi e orecchie. Tatto, gusto e odorato si sono fusi e la lingua è passata quando i muscoli distendevano sorriso. Ho frugato come un verme cieco e ho teso le mie braccia in cerca di calore e luce in quella cavità virtuale. Avrei voluto mangiare e così è stato.
S P E T T A C O L A R E
Il mio respiro s'è fuso con il suo. Ho giurato: "non mi laverò più i denti. Aspetterò che i tartari vengano a devastare". È stato bello poter passare la mia lingua sui suoi denti che tanto a lungo avevo ammirato - piccole gemme luccicanti alla luce del sole - e sognato di possederli dentro un piccolo scrigno d'oro incastonato di pietre preziose. È stato bello passarli n rassegna uno per uno e congratularmi con ciascuno. Poterli esplorare alla ricerca di ogni più piccolo segreto e poter custodire ogni piccola imperfezione come un tesoro. Io pirata a vela, lei mio piccolo tesoro.
La prima scopata
La mia prima scopata non è stata un gran che. Storia triste... storia di merce, di sudore, di secrezioni nascoste e voglie represse, sincretisticamente congestionate alla prima libera uscita. Città rarefatta, umile degradata e fredda, illuminata da fuochi fatui accesi dietro pagamento in natura. Contatti giovanili con donne avvezze al vizio e contrattazione in fiera per prodotti di poco conto.
Lunghi viali alberati, ettari di verde marcescente. La notte tanto nera da confinare la luce dei lampioni in minuscole pozze disertate perfino dagli insetti.
Quello è l'unico posto dove perfino le "falene" girano alla larga dal chiarore. Nell'oscurità emergono ogni tanto le "lucciole". Puttane in un luogo senza nazionalità e in cui i generi si fondono e confondono.
Una brutta copia del villaggio globale da cui hanno eliminato con un editto il "sabato".
Ho frequentato a lungo questo spazio alieno, facendo attenzione a distinguere bene quel che ormai è diventato indistinguibile. Guardando, soprattutto, mani, piedi e tono della voce. Evitando gli orchi, alla ricerca delle fate. Individuando prontamente la carta moschicida, quella che viene irrorata di ormoni e di odori irresistibili ai poveri compagni mosconi, ai quali non resta che posarsi sulla superficie lucida e patinata. All'inseguimento di un sogno muoiono nell'inganno, magari tra i sussurri di un orgasmo andato di traverso. I Trans non sono donne e, come per la carta moschicida, lo si scopre al tatto. Troppo spigolosi e senza sofficità. Io mi sono immerso in quel territorio inesplorato dotato di lente di ingrandimento e berretto da S. Holmes. Attento a memorizzare ed archiviare tutti gli indizi che poi ho riassunto in un potente ed omnicomprensivo ragionamento deduttivo.
Alla fine ho scelto la più bella, usando "curve di preferenza" e di "costo al margine" in base al noto principio "costo/qualità". Tra rosse, nere, viola, bianche, gialle ... ho optato per la soluzione omologantemente "classica" Bella, anzi bellissima, ma scema e con accento laziale. Alla fine ha vinto etnia e senso di appartenenza su esotismo e trasgressione.
Non è stato un gran che, probabilmente per colpa mia. Ero teso e preoccupato più del lecito, come una corda di violino tesa sette ottave sopra il normale. Al minimo contatto sprigionavo scintille.
Sarà stata l'aria fredda o la pioggia o dover "fare" la prima volta ad ogni costo per uccidere un adolescente scomodo in cambio di un adulto che non è mai stato gradito. O la consapevolezza di essere solo un piccolo giocattolo in balia di Dei crudeli. O semplicemente odio e furore per una cosa, che da bella si era trasformata in angoscia, meschina e sporca. O paura. Paura. Paura. Il mio pisello se ne stava laggiù a 3.500 miglia marine, distante e rattrappito come un elastico tarlato che non si può nemmeno tirare per paura di spezzarlo. Inerte e immobile spinto e compresso da mille pensieri folli.
E non è stato nemmeno di aiuto il ritornello: "ma come mai non viene su?... non ti piaccio?... sei malato?" era talmente ossessivo che ad un certo punto le ho sussurrato con appena un filo di voce: "sta zitta porca puttana ... è la prima volta che lo faccio!"
Poi piano piano s'è indurito, quando la mano, senza chiedere il permesso, è andata su per le cosce fino a palpare e strizzare il culo. Con il cervello che per tutto il tempo, come un disco incantato, ha continuato a chiedersi se la "manipolazione" era inclusa nel prezzo.
Si è ingrossata la cappella, ma sono venuto in fretta, senza nemmeno godere, in piedi... in piedi ai piedi di un albero. Senza nemmeno potermi distendere un pò' per la pioggia e per la sua paura di "sporcarsi" il vestito.
Lei, poi, anche dopo continuava a ripetere: "sei vergine... sei vergine...". È stato come rovesciarsi fuori, poi solo umido e disagio. Lei, la stronza, m'ha guardato meravigliata e dietro un sorriso di denti che le andavano tranquillamente in malora, ha detto parole grosse.
"T'HO SVERGINATO!"
A me non è rimasto che far la parte della verginella fottuta di fresco.

Dopo ho avuto anche un'intervista con un maniaco su auto "lussuriosa" di grossa cilindrata.
Si è avvicinato e ha voluto che gli raccontassi una versione "riveduta" dell'accaduto, mente lui si "toccava". Voleva la versione HARD di quel che era accaduto. "glielo hai dato? ... l'hai fottuta ben bene?... glielo hai schiaffato dentro?".
Io dopo l'umiliazione patita sono stato ben lieto di fornire, con dovizia di particolari inventati di sana pianta, la versione di quel che anch'io avrei voluto fare, ma che ahimè, non m'era riuscito. Alla fine, evidentemente soddisfatto dal racconto, non tenendo in alcun conto la discrepanza che sempre esiste tra il fatto il se e come uno se lo racconta, m'ha dato il suo numero. Poi, come uno schiaffo, m'ha mostrato una foto. "sarei lusingato di farti "conoscere" mia moglie". Uff... Insomma m'ha proposto di scopargli la moglie con lui che assisteva passivamente. Contraddizioni della civiltà post-industriale. Io, amante imbranato e loffio, scritturato per episodi hard privati, come una porno star. Anche lui avrà scelto puntando tutto solo su parametri meramente estetici e non verificando minimamente la sostanza.
Mentre rientravo a casa, seduto, solo, sul vecchio tram-bus, 23, stracciando un "lussurioso" biglietto da visita stampato in caratteri eleganti su carta patinata da Ingegnere, ho pensato: "c'è sicuramente chi sta peggio di me!"

lunedì 16 maggio 2011

Passeggiando.
Sono seduto e osservo una pietra. Presenta minuscoli sassolini a forma di incisivi. I denti della terra. Minuscoli e numerosissimi, per triturare tutto il vivente, senza eccezioni. Denti capaci di sminuzzare in particelle infinitesimali.
Due individui impegnati a seguire i contorni della costa. Uno è vestito di tutto punto. Scarpe da ginnastica, calzini, pantaloncini, maglietta, borsello anni '70. È in acqua. L'altro più professionale è in galosce ascellari. Entrambi armati con fiocina e asta a cui, tramite filo è attaccata una polpara bianca piena di uncini. Una grossa luccicante esca che viene fatta fluttuare con gesti lenti e sapienti, lungo i rilievi scogliosi. Uno dei due, il più fantasioso, ha infilzato negli uncini qualche pesciolino.
Tecnicamente la polpara è un pesante aggeggio cilindrico bianco cosparso di ami lungo tutta la sua circonferenza. Viene fatta "danzare" sotto il becco dei poveri compagni polpi, soprattutto maschi, e quelli non resistono. Vi si precipitano sopra in piena tempesta ormonale. Decidono di suicidarsi, un po' come succede anche a noi. I polpi sono animaletti intelligenti pieni di verruche, in acqua sono belli ed eleganti. Sono, cosa importante da considerare quando si decide di mangiarli, in base a un deliberato e cosciente atto di cannibalismo, non commestibili, difficili da pulire e non si sa mai come cuocerli. Rimangono duri come pietre, a prescindere dal modo in cui si cucinano (ed è per questo che qualcuno prova a sbatterli ripetutamente per terra); se qualcuno ha la malaugurata idea di mangiarli, per i tre giorni successivi le secrezioni sudoripare dell'incauto mangiatore, hanno lo stesso odore nauseabondo della preda. Da qui la nascita della legenda metroplitana e marittima del pescatore che ha fatto fortuna con questo tipo di pesca, perchè mangiando tutti i giorni questi graziosi animaletti, quando si immergeva in acqua puzzava più di un bordello per celenterati, e tutti polpi nel raggio di 2 km provavano ad avere un rapporto completo con lui, non accorgendosi nemmeno di che sesso fosse. Amore e morte, altro che polpare!
Se si vuole uscire dal tran tran quotidiano l'inferno è proprio il luogo giusto, come diceva quello lì: "per me si va tra la perduta gente, per me si va nell'eterno dolore", l'inferno è l'ultimo posto alla moda, anzi, l'unico. Uno ritrova tutti i vipS, che si mimetizzano in tutti i modi possibili. Si travestono da accattoni, zingarelli, magnaccia ecc. sono praticamente impossibili da riconoscere, hanno il fior fiore di professionisti del make up, degni dei migliori film di fantascienza. È per via dell'attrazione alla devianza. L'umana specie deve sempre e comunque adottare comportamenti devianti e proibiti.
L'altro giorno metre scendevo al sub livello 128n ho trovato una scritta sul muro che mi ha lasciato sgomento. Quando uno si trova di fronte a queste cose è come se uscisse a folle velocità dallo stato di torpore in cui si trova normalmente e andasse a sbattere contro qualcosa di compatto: la realtà vera. Essere preso a schiaffi dall'oggettività è un'esperienza unica. L'universo nebbioso e edulcorato viene spazzato via da un'energica ventata d'aria fresca. Quella scritta così cruda, che riesce a cogliere così bene un aspetto reale, associata ad un'azione così meschina, vile e sporca ha lo stesso effetto di una secchiata d'acqua gelida. Costringe ad aprire, anche se solo per pochi secondi, gli occhi e fa riflettere sulla miseria dell'esistenza. per fortuna dura poco. Le endorfine presenti nel corpo fanno ripiombare nel sonno e lasciano solo un lieve ricordo. Una sottile increspatura nella struttura armonica che cresce.
Se non fosse così, se non ci si abituasse a tutto, non si potrebbe resistere nemmeno 10 minuti e di certo l'unica possibilita sarebbe il suicidio. Forse è vero che "lo psicopatico è soltanto colui che ha scoperto in che mondo vive".
Certo che vedere un vip che chiede l'elemosina travestito da mendicante o un altro che tenta un borseggio su un autobus affollato è edificante. L'atto, per loro, ha un duplice significato: è una prova di umiltà dalla quale riemergono nuovi e rinfrancati con la coscienza pulita più che dall'assoluzione del clero, pronti a compiere nefandezze più di prima; gli da una lontana idea di cosa significa vivere ai margini. Gli altri, quei pochi che li riconoscono, provano un senso di rivincita, oltre ad avere l'opportunità di chiedere l'autografo. Se vi capita un mendicante o un barbone o una prostituta o il loro protettore per la strada, se siete un abitante dell'inferno, guardateli attentamente, perchè si tratta quasi certamente di un vip in cerca di emozioni. È sempre l'inclinazione alla devianza. I mendicanti, i barboni "veri" i delinquentelli di quartiere ecc. non esistono più. Sono stati quasi tutti individuati e "neutralizzati" attraverso il processo di condizionamento parziale, tramite la tecnica A.L.I.F.A.R. e ricollocati nel tessuto sano e produttivo della società. I pochi superstiti adottano strategie di camuffamento elettronico-fisiche, in modo da assomigliare ai vipS. Cinque furti su sei son da attribuire a vipS camuffati da malviventi, il residuo da malviventi camuffati da vipS. Il fenomeno è ormai così diffuso che l'industria si sta orientando verso il camuffamento "middle class" e almeno una volta è dato per certo lo scambio di persone, tanto si è perfezionata l'arte del camuffamento. Un vip è stato sottoposto ad A.L.I.F.A.R. e un malvivente ha preso il suo posto, che poi ha volontariamente abbandonato (e per questo motivo il fatto è divenuto noto alle cronache mondane), perchè non abituato a tanti agi e mollezze. Per ridurre il rischio di simili "inconvenienti", i vipS "sotto travestimento" si fanno tatuare sotto la palpebra interna sinistra un simbolo particolare di cui è a conoscenza solo il notaio di fiducia oltre che il tecnico abilitato al tatuaggio. Comunque anche questa tecnica ha mostrato i suoi limiti. Infatti i tecnici tendevano a vendere, dietro consistenti compensi, il database dei simboli stampati negli occhi vipS. Per evitare la fuga di notizie, attualmente, anche se la pratica risulta essere "barbara" e poco tollerata, i vipS tendono a far uccidere, dopo l'intervento i tecnici che l'hanno eseguita. Questo ha, inaspettatamente creato nuove opportunità di lavoro qualificato, data la strutturale carenza di tecnici del tatuaggio. Oggi si stima che un laureato in tatuaggi, trovi lavoro in un tempo medio di circa 30 min. dopo la discussione della tesi e muoia nell'arco di tre settimane.
Negli ultimi anni si è sviluppata una vera e propria industria nel settore del "camuffamento". Una parte si è specializzata nell'arte della mimetizzazione. L'industria del travestimento si è differenziata ed evoluta in 3 sotto industrie: trucco, costumi e rete di protezione.
I primi due rendono il travestimento più vero e reale, mentre il terzo si occupa di rendere sicure le "notti brave" dei vipS. La "rete è costituita da più persone che monitorizzano e tengono continuamente sotto controllo i personaggi famosi, e che intervengono con estrema decisione quando sorge qualche problema o si verificano situazioni di crisi. Sono gli addetti alla sicurezza che entrano in gioco se il vip viene scoperto in un goffo tentativo di borseggio, di rapina ecc., e sono sempre le guardie private che si incaricano di spiegare che è solo un gioco. Rivelando chi è il personaggio noto e che il tutto era organizzato per un programma TV. Normalmente il tutto si risolve in un luogo applauso e in un "bagno di folla" per il "briccone" pescato con le "mani nel sacco". A volte però capitano anche momenti di tensione se la vittima dello "scherzo" è un asociale, che non si presta al "gioco". in quel caso gli addetti alla sicurezza possono, e in qualche rara occasione lo hanno fatto, anche arrivare all'uso della violenza, sempre, si capisce, controllata da amici di amici di amici..., e fatta con amore..., quasi con rispetto. Ancor più raro è l'omicidio. Capita soprattutto se il soggetto del tentato furto pretende di sporgere DENUNZIA QUERELA. Del resto, anche quei pochi casi in cui la DENUNZIA QUERELA è stata sporta, non si ha notizia di condanne, tantè i livello di impunità di cui godoni i vipS. Del resto non va dimenticato che tutti gli addetti alla sicurezza, sono agenti con "licenza di uccidere". Se invece il tentativo di furto, rapina, estorsione ecc. va a buon fine, tutta la "rete" partecipa alla spartizione del "bottino" secondo quote e partecipazione ai "dividendi stabiliti a priori. Anche io mi sono camuffato, ma il ruolo che assumo è sempre e solo quello dell'osservatore. In non rubo, non commetto violenza. Mi limito ad osservare i comportamenti violenti e devianti degli altri. Sono un "guardone", assisto passivamente alla decomposizione della società. Come me ce ne sono altri. L'osservatore, è quanto previsto dallo statuto, è un O.R.T ("Osserva", "Registra", "Trascrive". Non interviene mai, per quanto l'episodio in questione possa essere cruento o raccapricciante o ingiusto o sbagliato. Le sanzioni per chi si lascia trasportare sono severissimE e prevedono, l'espulsione e il declassamento immediato dall'ordine degli osservatori, dato che il loro intervento influenzerebbe irrimediabilmente il "corso degli eventi". Le mie cronache fedeli, e imparziali rendono testimonianza della cancrena che avanza nel corpo "sano" della società. Noi osservatori siamo i fedeli scribi chamati al capezzale del moribondo, per descrivere "oggettivamente", lo stato di avanzamento del processo di disgregazione, decomposizione, corruzione, morte, e di come la morte crei varchi sempre più ampi e non più ricomponibili nella difesa e integrità dell'organismo oggetto di studio e di indagine. Tanto più si scende nei sublivelli, tanto più raccapriccianti sono gli eventi a cui tocca assistere. Io sono ligio a quanto previsto dallo statuto degli osservatori, anche se a volte la tentazione di intervenire diviene intollerabile. Quando questo accade, mi ritiro nelle mie stanze e soffro atroci pene interiori. Finora mi sono sempre astenuto dall'intervenire, anche perchè mi rendo conto che il mio intervento non sarebbe equilibrato. Mi sarei sempre e comunqe schierato dalla parte della morte, come unica misura di igiene contro tanto sfacelo imperante. Scendere nei sublivelli più profondi può essere pericoloso, ci si può trovare in guai seri, e dato che io, per risparmiare, mi muovo senza rete, raramente scendo sotto il livello 128 e mai oltre il 512. Per quello che devo documentare va più che bene.
È quasi sera. Torno indietro. Ho catturato molte "immagini", ho molto materiale da archiviare, lungo la strada di ritorno, come all'andata, cammino a piedi nudi perchè mi piace sentire la sabbia e i sassi a contatto della pelle e perchè non voglio sciupare i miei sandali e mentre sono proprio su uno scoglio particolarmente aspro incontro, di nuovo, n7.
n7: "che va a fare al castello?"
n: "vado per una nuova partita di pesca, insieme a tutti gli altri soci del P.R.C., in fondo siamo un piccolo gruppo di snob."
n7: "ah! ma allora ci sono anche persone famose."
n: "ho detto snob, non vipS. Insomma siamo un gruppo bislacco e svampito di ambientalisti puritani e bacchettoni, sempre pronti a montare in cattedra per criticare e pretendere l'autocritica di chiunque si comporti in maniera non conforme a quanto previsto dal codice etico e morale, ma non ci critichiamo mai tra noi. Siamo un gruppo di vecchi saggi senza macchia e senza paura..."
n7: "posson venire anch'io?"
n: "non credo che questo sia possibile. Bisogna fare domanda e sostenere un colloquio difficilissimo sulle proprie convinzioni etiche, politiche ed economiche, poi una volta accettati bisogna superare un difficilissimo periodo di prova in cui si testano le capacità individuali fisiche e psichiche. Durante questo periodo lo stress a cui si è sottoposti permette di "cancellare" le proprie convizioni radicate e di assumerne altre più nuove e più moderne."
n7: "... io dicevo come membro esterno."
n: "spiacente, ma non sono ammessi esterni, anche perchè facciamo riti esoterici segreti a cui non è permesso assistere."
n7: "ma lei vuole proprio soffrire!"
n: "... non capisco"
n7: "ha i sandali e cammina a piedi nudi su questo scoglio così pieno di asperità e spunzoni."
n: "... no, è che fa bene alla funzionalità del piede. Il piede è una delle parti più complesse del corpo, è composto da circa 15 muscoli e 27 ossa, e camminare sulla sabbia e su un terreno accidentato, costringe il piede a una benefica e salutare ginnastica. In secondo luogo Le ricordo che per... ottenere qualcosa bisogna soffrire."
n7 "si, ma qui è una sofferenza continua in tutto!"
n: "del resto questo esercizio solo apparentemente fa soffrire, perchè, come diceva quel tale, "... bisogna soffrire di più per soffrire di meno". Ecco questa è una sofferenza che diminuisce la sofferenza. Lo provi."
n7: "mha..."
n: "la prego, non dica niente altro, per questa sera abbiamo già discusso di temi filosofici e scientifici e umanistici. Le sue controdeduzioni le serbi per il prossimo incontro, e se teme di dimenticarle, le scriva pure sul 'block notes'"
Passeggiando.
n7: "E andato al castello? È un bel posto, non le sembra?
n: chi è questa? Non ricordo di conoscerla. Inconvenienti del successo. Veramente io sto venendo dal castello. Ho una casa in un luogo che era originariamente un villaggio di pescatori, vicino ad un castello rimasto integro ed intatto, e che ora è un posto per VIPS. Io e la signora qui presente andiamo in direzioni diametralmente opposte, pur incontrandoci in un luogo "intermedio", che può sembrare un luogo di identità perdute. Però io vado, in visita all'inferno, lei, provvisoriamente, in paradiso... solo provvisoriamente, perchè io stasera me ne ritorno in paradiso e lei se ne torna all'inferno. Vivo sul mare, e quando dico sul mare intendo proprio sul mare, dato che dalla mia finestra il mare è a 4 metri.
In fondo la mia vita è frugale. Un piccolo appartamento a picco sul mare, in un luogo esclusivo, tanto lavoro, pochi piaceri. Sono quasi un asceta. Vivo immerso nell'opulenza, guardo al lusso degli altri, e tanto basta a soddisfare le mie piccole voglie. È un piccolo agglomerato di case, fuorimano, rimasto così chissà da quanto tempo. Forse è disagevole raggiungerlo, ma è un disagio a cui non rinuncerei per nulla al mondo. È bello d'estate con il mare calmo e la musica soave della risacca che mi culla per tutta la notte; ancora più bello d'inverno, quando il mare mi sommerge con il rombo del tuono.
"Si signora, un posto davvero splendido. Lei che fa? Va ora?"
n7: " si sto andando proprio ora, lei da quanto era lì?"
n: "da ieri sera... sono andato a pescare"
n7: "non vedo le canne. Ha preso qualcosa?"
n: "le ho lasciate lì, in un capanno. Si abbiamo preso un gronco di 40 kg e qualche orata"
n7: "che meraviglia!... ma non vedo i pesci"
n: "no... È che appena pescati li ributto a mare"
n7: " che peccato!
n: "faccio parte di un gruppetto di pescatori sportivi, che ha a cuore l'ambiente. Facciamo attività di ripopolamento del mare ributtandoci quel che peschiamo, così ci divertiamo e allo stesso tempo conserviamo l'ambiente. Facciamo parte dell'associazione P.R.C. (pesca, ributta, conserva). Perchè non si iscrive anche lei?
n7: "io? no, non ho la costanza e la preparazione politico-culturale-spirituale per una cosa del genere, eppoi io il pesce lo mangio... non riuscirei mai a rimetterlo in acqua... vado matta per i prodotti ittici... anzi perchè qualche volta non mi fa dono del pescato?"
n: " non me lo chieda ... per favore ... va contro la mia coscienza di classe e i miei principi etico-morali."
n7: "no... no era soltanto per dire... stavo solo scherzando, si vede che è 'uomo di principi'
n: "ah! era solo uno scherzo. Sono davvero risollevato. Sapesse quanti chiedono, si raccomandano... persone insospettabili... comunque adesso la saluto. Si è fatto tardi. Arrivederci."
n7: "arriverderci. Spero di non averla importunata... Avrebbe potuto dire: "perchè non si fa gli affari suoi?"
n: "perchè avrei dovuto dire così? un po' di buona conversazione è sempre piacevole, eppoi è un impegno nel sociale... lei d'altronde è una persona talmente gradevole..."
sono riuscito a sganciarmi. Che noia umhff. Non potevo mandarla a cagare, un uomo pubblico certe cose non può proprio farle, ogni testa è potenzialmente un voto, come diceva il mio maestro!
Comunque eccomi qua, in viaggio verso l'inferno. L'abbigliamento è adeguato al luogo di destinazione. Bermuda, maglietta, occhiali tipo matrix e niente altro.

inferno
Mi siedo e osservo gli strani individui che lo popolano e per i quali ho anche una certa simpatia. Accessoriatissimi a tal punto che mi sento un poveraccio. Ombrelloni, sdraio, lettini, asciugamani, borse sintetiche coloratissime (quelle che al primo raggio di sole perdono il colore e al III giorno sono da buttare), creme emolienti, abbronzanti, pre e dopo doccia, tavolini, sedie, palloni, racchettoni, bocce, tovaglioli, tovaglie, piatti bicchieri, posate ... tutto rigidamente in plastica. Visti da lontano sembrano colonie di formiche in fila indiana, ognuno con il suo fardello. Anche i più piccoli, portano qualche cosa, basta solo questo ad inquinare il mare. Ognuno si porta la sua piccola petroliera personale. Bisognerebbe proporre un referendum per sostituire il petrolio e i suoi derivati con la canapa indiana. Non sono favorevole, voglio dirlo subito, alle droghe pesanti, leggere o medie che siano, anzi sono fermamente contrario, anzi contrarissimo, ma la canapa indiana non può essere ridotta solo a questo. È una pianta che cui si può fare praticamente tutto. Potrebbe essere un valido sostituto del petrolio e non riesco proprio a capire perchè il fatto che qualche imbecille la fuma, inibisca tutti gli altri usi. Cazzo, si riesce a fare l'alcool denaturato, non capisco perchè non si può riuscire a fare la canapa denaturata. Io, per me, darei l'ergastolo a chi la fuma, ma sono favorevolissimo a tutti gli altri impieghi. È la cosa giusta da fare. Devo, anzi voglio, nella prossima legislatura, impegnarmi a "ingaggiare battaglia" su questo tema.

sabato 14 maggio 2011

"Un Capitano.
Un capitano di una nave, in una notte buia e tempestosa si inoltrò in un canale non riportato sulle carte, colmo di scogli, secche e fortissime correnti, senza l'aiuto di un faro o di strumenti di navigazione. Contando sull'intero equipaggio, il capitano usò tutta la sua esperienza, e il sapere accumulato in lunghi anni di navigazione.... Non è dato sapere se il capitano e il suo equipaggio coraggioso riuscirono a salvarsi. Certo è che se il capitano avesse perso la nave e la vita, il suo fallimento avrebbe provato soltanto l'erroneità della rotta scelta; se, invece, fosse riuscito a superare lo stretto, il sucesso avrebbe provato solo che non si ebbe collisione in nessun punto.
Dice il saggio: nulla si dovrebbe dire sulla sicurezza delle acque attraversate o quanto vicino ad infrangersi o insabbiarsi fosse, in ogni dato momento, la nave del capitano."

mercoledì 27 aprile 2011

La moderna civiltà industriale condanna i suoi membri alla tristezza e all'infelicità. Del resto il paradigma cristiano stesso, su cui la civiltà occidentale poggia, non permette altre possibilità: tutto ciò che è fallito aveva possibilità e speranza di riuscire;
tutto ciò che è riuscito, quello che ha retto "la prova della storia", è miseramente fallito.

venerdì 14 gennaio 2011

Scrivere per contratto. Mostrare destrezza - abilità - e "confidenza" con le parole.
Saperle trattare e conoscerle come operaio specializzato il tornio: escrescenze manipolabili. Un fallo abnorme e deforme - incapace mutazione genetica cancerosa - fuori sintonia per comporre canti come le balene. Essudare piccoli pezzi di metallo duro, monosillabi, lettere da collegare tra loro in una macrostruttura a doppia elica.